lunedì 15 luglio 2013
La sopravvivenza di danze di tipo arcaico: la danza del ventre
Testo tratto da: Delle antiche danze femminili, di Irina Naceo
(...) In questo senso si potrebbe ritenere che la definizione di "danza mediorientale", usata spesso al giorno d'oggi per indicare la danza del ventre, potrebbe essere inesatta e valere solo per un periodo storico abbatanza recente, ovvero per gli ultimi secoli, poichè tale danza era diffusa e praticata in tutto il mondo antico, come già detto, e non solo in una zona geografica delimitata.
Essa era una danza universale, che fu praticata fin quando le donne rimasero libere, così come quella in cerchio di cui si è precedentemente parlato.
Era la danza di tutte le donne, conosciuta in India, in Polinesia, in <Occidente ed in altri luoghi, dato che la danza femminile primigenia fu probabilmente simile ovunque, seppur con delle differenze solo esteriori, e fin quando rimase una danza sacra, e cioè finalizzata a ritrovare l'archetipo della Grande Madre nell'intimità femminile, essa si mantenne presumibilmente sempre uguale a se stessa, dato che proprio quei movimenti e quel modo di danzare potevano permettere di ottenere tale risultato.
Come già si è detto in precedenza, delle danze erotiche sacre presenti in Occidente in epoca arcaica non abbiamo più molte tracce, se non alcune testimonianze scritte di antichi autori quali Pausania o Luciano alle quali abbiamo già accenntao, ovvero i ritrovamenti di statuette rafiguranti danzatrici dalle movenze morbide e sensuali.
Un riferimento a tale danza puù essere trovato nella mitologia babilonese in relazione alla Dea Isthar (...).
In occidente, come già accennato, l'avvento della nuova religione, portò ad un occultamento delle danze femminili, che divennero segrete, e solamente le donne chiamate streghe continuarono presumibilmente a praticare i riti, i culti e le danze dell'antica tradizzione in onore della Grande Dea, cercando di cammuffarsi e di sembrare donne del tutto normali, per sfuggire alle persecuzioni attuate dalla chiesa contro colore che venivano ritenute seguaci del diavolo.
Anche in Oriente tale repressione fu messa in ratica prima dal cristianesimo e poi a partire dal sesto e settimo secolo dall'islamismo che si diffuse dall'Arabia Saudita verso nord, in medio Oriente , in nord Africa ed anche in alcune regioni europee, come la Spagna ed il meridione d'Italia.
In questo contesto storico però l'antica danza delle donne, seppure molto robabilmente orbata del suo carattere magico e trascendente ed eseguita per scopi ben diversi da eulli che si riproponeva la danza erotica arcaica, continuò ad essere praticata in diversi luoghi e per motivi differenti.
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sabato 13 luglio 2013
Contaminazioni: flamenco arabo
Il flamenco arabo non è uno stile codificato, ma l'incontro e l'armonica fusione tra due tecniche di danza diverse, ma molto vicine fra loro.
In Andalusia, infatti, si sono incontrate tante culture diverse ma è quella araba che, raggiungendo il suo massimo splendore proprio durante i 700 anni di dominazione su questo territorio, ha lasciato l’impronta più forte anche nella musica. Il Flamenco affonda le sue origini proprio in questo ambiente. Parlare di Flamenco-arabo oggi non rappresenta un’invenzione dei nostri tempi ma semmai un richiamo al passato.
Nonostante esistano molte similitudini fra la danza orientale e il flamenco, è l'energia che scaturisce dalla danza a differenziarle.
Il flamenco è una danza grintosa ed è necessario riportare questa forza nella nostra esecuzione, se vogliamo creare una coreografia di arabo flamenco che non sia un semplice collage di passi.
In Andalusia, infatti, si sono incontrate tante culture diverse ma è quella araba che, raggiungendo il suo massimo splendore proprio durante i 700 anni di dominazione su questo territorio, ha lasciato l’impronta più forte anche nella musica. Il Flamenco affonda le sue origini proprio in questo ambiente. Parlare di Flamenco-arabo oggi non rappresenta un’invenzione dei nostri tempi ma semmai un richiamo al passato.
Nonostante esistano molte similitudini fra la danza orientale e il flamenco, è l'energia che scaturisce dalla danza a differenziarle.
Il flamenco è una danza grintosa ed è necessario riportare questa forza nella nostra esecuzione, se vogliamo creare una coreografia di arabo flamenco che non sia un semplice collage di passi.
venerdì 12 luglio 2013
Dive di oggi: Petite Jamilla
Incontriamo una nuova diva di oggi: Petite Jamilla, bella e affascinante, maestra nell'arte del doppio velo. Petite Jamilla porta avanti l'eredità di sua madre, Jamilla Rasa, colmando il divario generazionale tra lo stile folcloristico tradizionale e la fusion bellydance moderna. Il suo cammino nel mondo della danza inizia da giovanissima. A 17 anni era già un'esperta insegnante e all'età di 19 aveva già pubblicato in maniera indipendente i suoi primi due dvd didattici. Prima di fare il suo ingresso nelle Bellydance Superstars, Jamilla è stata a Parigi, in Francia, partecipando alla mostra d'arte di Karen Graffeo, dedicata alla vita in accampamenti di rifugiati rom in tutta Europa. Si è esibita al fianco dell'Orchestra di Rabat. Il Zaghareet Magazine riconosce il suo talento dedicandole due copertine. PEtite Jamilla entra nelle BDSS nel 2004 come ballerina back line, ma ben presto ha conquistato la scena, grazie al suo assolo con il doppio velo che è diventato una colonna portante dello spettacolo in progressioni sempre più complesse. Con le BDSS Petite Jamilla ha girato in 20 paesi, diventando una delle icone del gruppo. Nel frattempo divenne anche un membro importante del team docenti BDSS tenendo laboratori in tutto il mondo. Adattato dal sito: http://www.bellydancesuperstars.com/content/article_3363.html
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