sabato 18 maggio 2013

Il rito del thè¨ alla menta


Il tè, detto in arabo "shai", è un altro rito importante e diffuso tra i paesi arabi e in tutta la cultura dell'estremo oriente, dalla quale esso deriva. L'arabo comune, così come l'inglese, non può fare a meno di partecipare al rito indissolubile del tè, per il quale si riunisce con tutta la sua famiglia, intorno alla "mida" (il tipico tavolino basso) su bassi e comodi cuscini, posti sopra un grande e variopinto tappeto.  Tutti gli arabi coltivano questa tradizione giornaliera, condivisa più volte al caffè con gli amici, tra un "narghilè" e l'altro, a casa con la famiglia e intorno al corano con i compagni di preghiera.
Da dove deriva l'uso del tè alla menta?
I primi consumatori di tè sono stati i nomadi del deserto. Questo perchè il tè alla menta riscalda e rinfresca al tempo stesso. E'  perciò la miglior bevanda che si possa bere sotto l'arsura del sole e la migliore bevanda che s possa bere in un freddo pomeriggio e dopo un pasto abbondante, per i suoi benefici sulla digestione. Insomma, con i suoi ingredienti assolutamente naturali (tè, menta, zucchero e acqua), il tè è un vero e proprio toccasana per l'organismo=.
Ogni paese arabo, inoltre, prepara il tè in modo particolare. Tutto il Nordafrica, dal Marocco alla Libia, si accomuna per la preparazione del tè alla menta, il quale viene ristretto abbondantemente e presentato in piccoli bicchierini decorati con motivi arabeschi, su vassoi di metallo, con particolari teiere arabe.
In Tunisia la varietà di tè maggiormente usata è quella verde, a cui viene aggiunta sempre un'abbondante quantità di menta, che completa e rinfresca il gusto del tè in sè: a volte venogno aggiunte alla menta alcune foglioline aromatiche diuna pianta particolarmente profumata, che cresce rigogliosamente in Tunisia, grazie al clima caldo e benefico, chiamata "attarshia",a ccomunata al geranio profumato.
E' un tocco in più che solo il raffinato gusto diTunisi poteva inventare. PEr finire e poter servire un perfetto tè verde alla menta, sarà bene accomplagnarlo con della frutta secca, come le nocciole alla libica o i pinoli alla tunisina e i classici dolcetti nordafricani.

Il caffè turco

Tra storia e leggenda la misteriosa storia della lettura dei fondi del caffè:

La nascita del caffè come bevanda presenta origini oscure come lo sono le origini della lettura dei fondi del caffè.
Secondo  un'antica leggenda, un pastorello africano, mentre pascolava le sue pecore, notò che il gregge era diventato improvvisamente più energico del solito; alchè scoprì che la causa di tanta vitalià erano i chicchi di una pianta a lui sconosciuta, che volle provare.
Colpito dall'effetto miracoloso provocato dai chicchi misteriosi, li fece provare a molte persone del suo villaggio, ma non tutti furono entusiasti della  nuova scoperta. Alcuni, temendo di restare vittime di un maleficio, gettarono i chicchi nel fuoco.
Il frutto misterioso attrasse però di nuovo l'attenzione, con il suo inebriante prufumo, tanto che lo stesso malfidato ne rimase totalmente conquistato, da riprendere da riprendere i chicchi dal fuoco, per poi gettarli nell'acqua e creare il primo caffè della storia.
Il passo dalla leggenda alla realtà diventa più difficile, in quanto le fonti storiche non dicono mai abbastanza sulle prime apparizioni del caffè nel mondo antico. Si è certi, però, che il caffè fosse presente nel medioriente e che proprio qui nasce l'arte divinatoria della lettura dei fondi di caffè.
La prima bottega del caffè è stata aperta a Costantinopoli nel 1554, ed in seguito la bevanda si diffuse in Siria,  Palestina ed Egitto. All'epoca il caffè era venerato come una bevanda portentosa, da bere in compagnia e come rimedio contro il sonno e l'apatia.
In Europa le prime botteghe di caffè comparvero nel 1600. Nel 1700 a Venezia aprì il mitico Caffè Florian, che divenne ben presto un luogo di ritrovo per gli artisti e gli intellettuali dell'epoca.
In seguito le preziose piante di caffè furono esportate in Sudamerica e in tutto il mondo, I turchi dicono del caffè:
"Deve essere nero come l'inferno, forte come la morte e dolce come l'amore". 
La preparazione e la lettura dei fondi:
Per preparare un buon caffè alla turca, si dovrebbe usare un caffè proveniente dai paesi araba, ma si possono raggiungere buoni risultati anche macinando il caffè molto fino.
Procuratevi poi un pentolino cilindrico dal lungo manico ed il bordo alto, per impedire che il caffè esca, durante l'ebolizione. Per ogni persona versate una tazzina di acqua ed un cucchiaino nel pentolino. Zucchero a seconda dei gusti.
Portate il caffè ad ebolizione, poi allontanatelo dal fuoco. Una volta pronto, versatelo nelle apposite tazzine lentamente, ed altrettando lentamente sorseggiatelo.  Capovolgete la vostra tazzina a caffè terminato (attenzione: è importante che dalla tazzina abbia bevuto solo la persona alla quale la lettura è rivolta). Affidate ora la vostra tazzina ad una persona esperta e sapiente, attenta e sensibile, perchè possa leggere nella vostra tazzina il vostro passato, le ansie e felicità del presente, le sorprese del futuro. Leggendo le figure ed i segni simbolici che appariranno sul fondo della tazzina, il lettore leggerà all'interno del vostro cuore e dei vostri sentimenti.
non fatevi scappare l'occasione di potervi fare leggere i fondi di caffè durante un viaggio in medioriente!

Konafa: dolce egiziano



Ingredienti per 4 persone
Per la crosta:
½ kg di pasta fillo tagliata a pezzetti, 2 panetti di burro non salato sciolto
Per il ripieno cremoso:
4 cucchiai di crema di riso (o riso macinato finemente), 2 cucchiai di zucchero, ½ tazza di zucchero, ½ tazza di latte, 2 tazze di latte, ½ tazza di panna
Per lo sciroppo:
1 ¼ tazza di zucchero, ½ tazza d’acqua, 1 cucchiaio di succo di limone, 1 cucchiaio di acqua di rosa o acqua di fiori d’arancio
Preparazione “Konafa ”
Preparate il ripieno cremoso miscelando la crema di riso, lo zucchero e ½ tazza di latte per creare una pasta morbida. Portate 2 tazze di latte ad ebollizione, quindi aggiungete la pasta di riso appena preparata mescolando continuamente. Lasciate sobbollire continuando a mescolare fino a che si ottenga un composto molto denso. Assicuratevi che non si creino grumi o che non s’attacchi al fondo della pentola. Lasciate raffreddare il composto di latte, quindi aggiungetevi la panna. Miscelate bene.
Preparate, ora, lo sciroppo mescolando lo zucchero, l’acqua e il succo di limone a fuoco medio fino a che non s’addensi al punto tale che il composto s’incolli al cucchiaio di metallo. Aggiungete l’acqua di rose e cuocete mescolando per qualche altro minuti fino a che sia ben incorporato. Rimuovete dal fuoco e lasciate raffreddare leggermente in frigorifero.
Per preparare il Kanfa, prendete metà della pasta fillo, versate metà del burro fuso sulla pasta e lavoratela in modo tale che sia ben amalgamata al burro. Cospargete la pasta sul fondo di una teglia da 22x22x5cm, quindi versateci sopra il ripieno cremoso.
Coprite il ripieno con il resto della pasta fillo usando lo stesso procedimento descritto sopra. Infornate a 170°C per circa 10-15 minuti, o fino a che sia leggermente dorato.
Rimuovete dal forno e versateci sopra immediatamente lo sciroppo freddo. Servite caldo o freddo, a piacere.
Fonte: http://www.cookaround.com

Atay chiba: bevanda marocchina

L’atay chiba, tè all’assenzio, è una tipica bevanda marocchina, da servire rigorosamente in bicchieri di vetro.
Bevanda marocchina
Ingredienti per 4 persone
1. Tè verde 3/4 di cucchiaio
2. Assenzio 1 ciuffo di foglie
3. Zucchero 4 cucchiaio
4. Acqua bollente 1 l
Preparazione:
1 – Scaldate una teiera, mettetevi le foglie di tè e versatevi sopra dell’acqua bollente che farete roteare brevemente all’interno e poi getterete badando di non buttare le foglioline.
2 -Aggiungete l’assenzio, lo zucchero ed un litro di acqua, quindi, mettete la teiera sul fuoco, in modo che riprenda a bollire per qualche secondo.
3 – A questo punto versate il tè in un bicchiere e travasatelo nella teiera; ripetete l’operazione per 3 volte prima di servire
Fonte: http://www.buonissimo.org

Caffè allo zenzero


Il caffè allo zenzero è una bevanda tipica dello Yemen.  La coltivazione del chicco di caffè si sviluppò proprio negli altipiani dello Yemen e si diffuse nel XVI secolo in tutto il mondo arabo. Solo in seguito nel XVII e XVIII secolo le compagnie coloniali esportarono il chicco in Europa, riuscendo a coltivarlo con successo.

Ingredienti:
230 ml di acqua
30 gr di caffè macinato finemente
20 gr di zucchero
7.5 gr di zenzero macinato
Istruzioni:
In un ibrik o in una pentola piccola unisci tutti gli ingredienti.



Porta ad ebollizione e togli dal fuoco.


Una volta che il caffè smette di bollire, rimetti sul fuoco e lascia bollire.
Togli da fuoco e ripeti.
Servi in tazze piccole.
Assicurati che il caffè riposi per un minuto prima di servirlo per lasciare che i fondi si posino sul fondo.

Ayran


L’ ayran è una bevanda a base di yogurt, acqua e sale originaria della Turchia. Si ritiene comunemente che la pratica di aggiungere sale allo yogurt abbia avuto origine in tempi antichi e aveva la funzione di prolungare il tempo di conservazione. Attualmente la bevanda è molto popolare in Medio Oriente, Asia Centrale e in Europa sud-orientale.


Ingredienti:
470 ml di yogurt intero
300 ml di acqua
sale
Istruzioni:
Mescola lo yogurt e l’acqua nel frullatore, finchè non è ben omogeneo.
Aggiungi il sale se desiderato.
Inizia con 0.6 gr di sale e aumenta a seconda delle tue preferenze.
Servi in bicchieri riempiti di ghiaccio.
Quantità: 4 porzioni

venerdì 17 maggio 2013

Raqs el Shamadan: danza con il candelabro

Accessori della danza danza del ventre: candelabro


Raqs el Shamadan: danza con il candelabro

Danza lenta e morbida, eseguita con un candelabro sulla testa.

Il mito fa risalire questa danza agli  antichi riti egiziani, che si svolgevano all'interno dei templi.

I documenti storici raccontano che questa danza venne introdotta agli inzi del XX sec.
Secondo il celebre coreografo e danzatore, Mahmoud Reda, furono i turchi ottomani ad introdurre per la prima volta in Egitto questa danza.
Altre fonti fanno risalire la sua origine alla fine dell'800, quando la danzatrice  Zouba El Klobatiyya,  si esibì ad un matrimonio con una lanterna accesa sulla testa. In seguito la danzatrice Shafia El Koptia utilizzo' un candelabro vero e proprio in equilibrio sulla testa.

Questa danza viene eseguita soprattutto ai matrimoni. La ballerina precede il corteo nuziale, "illuminando" il cammino della sposa, che per la prima volta si allontana dalla casa paterna. 

Un'alternativa all'uso del candelabro, è quella di danzare con un vassoio sulla testa, contente più candele accese. Questa versione è usata, per esempio, in Libano, ed è stata recentemente ripresa dalla fusion - tribale.

martedì 14 maggio 2013

Ritmi della danza del ventre: maqsum

Il maqsum è un ritmo in 4/4 proveniente dall’Egitto, utilizzato nella danza orientale. E' riconoscibile dal DUM TAK iniziale. E’ un ritmo molto diffuso, viene usato nella musica popolare, nello shaabi, nel repertori classico egiziano e nel pop moderno (geel) Trascrizione: DUM TAK / KA TAK / DUM KA / TAK KA

venerdì 3 maggio 2013

La danza del ventre come mezzo di connessione con le energie sottili

In questo brano, tratto dal libro "Le danze di Iside", di Daniela Naccari, ed. Akkuaria, l'autrice parla di come la danza egiziana ci metta in contatto con le energie sottili presenti nell'Universo.


"Da sempre l'uomo si è espresso attraverso la danza. Oggi forma d'arte che richiede dedizione, sacrificio, tecnica ed allenamento continuo, in origine forma di comunicazione ed espressione di sentimenti, avvenimenti passati, presenti e futuri.
Si conoscono tantissime forme di danza, non stiamo parlando di stili, ma di danze di ringraziamento, propiziatorie, funerarie, celebrative. (...)
Tutto danza in natura. Il sole, la luna, le stagioni, il giorno e la notte. Una danza incessante che non conosce giudizi, una danza cosmica, infinita, che ci permette di vivere.
Perchè se è vero che ogni cosa che si muove produce energia, è vero che attraverso il movimento mettiamo in circolo dentro ed intorno a noi tutta l'energia vitale che ci attraversa, permettendo all'energia stessa di rinnovarsi.
Attaccati al suolo attraverso i piedi scarichiamo e ci carichiamo dell'energia terrestre. Proprio come gli alberi affondano le loro radici al suolo, i nostri piedi diventano le nostre radici, facendo in modo che Madre Terra ci alimenti. I nostri rami sono le braccia, connessione tra la terra e il cielo, tra l'umano e il divino. Diventa una preghiera, un innalzarsi. (...)